07 aprile 2014

Sfida a Colpi di Poesia!

Con mia somma gioia e sorpresa sono stata taggata in una sfida molto interessante e carina!!!
Colei che mi ha lanciato questa singolar tenzone è la dolce Belle, ed io risponderò con molto piacere!

La poesia mi ha sempre affascinata, rapita ed emozionata. Spesso non l'ho capita, molte volte l'ho odiata, ma il più delle volte mi ha lasciata a fissare il vuoto persa in profonde riflessioni.

Quando sento parlare di poesia il mio primo pensiero va a Leopardi, che rapì il mio cuore ai tempi delle medie. Tutta quella tristezza e solitudine unite hanno prodotto delle opere di infinita bellezza, tanto da costringere mio padre a portarmi a Recanati e girare per la città leggendo le immortali poesie di Leopardi.

Un altro poeta che mi ha davvero colpita è un certo Edgar Lee Masters. L'ho conosciuto per caso una decina di anni fa, grazie alle uscite in edicola della collana La Grande Poesia. Ed è lui che voglio citare in questa sfida poetica, lasciandovi con un componimento preso da Antologia di Spoon River.
Il libro è una specie di raccolta di epitaffi, chiaramente inventati ma ispirati da eventi realmente accaduti, che lasciano sia sorrisi che amaro in bocca. Lo consiglio a tutti, soprattutto la versione con il testo originale a fronte.
Questo in particolare fa seguito all'epitaffio di Daisy Fraser, donna di piacere e molto probabilmente madre di Benjamin. Un bambino che, da quello che si può intuire dalle parole, non sembra essere mai venuto alla luce.

BENJAMIN FRASER

I loro spiriti palpitavano sul mio
come ali di mille farfalle.
Chiudevo gli occhi e sentivo i loro spiriti vibrare.
Chiudevo gli occhi, ma sapevo quando le loro ciglia,
piegato lo sguardo, frangiavano le gote,
e quando volgevano il capo;
e quando gli abiti avvolgevano stretti,
o ricadevano in squisiti drappeggi.
I loro spiriti contemplavano la mia tortura;
la bevevano come fonte di vita;
le guance arrossate, gli occhi lucenti
la nascente fiamma della mia anima indorava i loro spiriti,
come le ali d'una farfalla che guizzi d'improvviso nel sole.
E invocavano da me vita, vita, vita.
MA tenendo per me stesso tutta la vita,
afferrando e schiacciando le loro anime,
come un bimbo schiaccia l'uva e beve
dalle mani il succo purpureo,
giunsi a questo vuoto senz'ali,
dove nonsi conosce né roso, né oro, né vino,
né il ritmo della vita.

(testo originale)
Their spirits beat upon mine
Like the wings of a thousand butterflies.
I closed my eyes and felt their spirits vibrating.
I closed my eyes, yet I knew when their lashes
Fringed their cheeks from downcast eyes,
And when they turned their heads;
And when their garments clung to them,
Or fell from them, in exquisite draperies.
Their spirits watched my ecstasy
With wide looks of starry unconcern.
Their spirits looked upon my torture;
They drank it as it were the water of life;
With reddened cheeks, brightened eyes,
The rising flame of my soul made their spirits gilt,
Like the wings of a butterfly drifting suddenly into sunlight.
And they cried to me for life, life, life.
But in taking life for myself, In seizing and crushing their souls,
As a child crushes grapes and drinks
From its palms the purple juice, I came to this wingless void,
Where neither red, nor gold, nor wine,
Nor the rhythm of life are known. 


Non avendo amici blogger con i quali condividere questa sfida, la lancio nell'etere in caso qualcuno volesse rispondere.



1 commenti:

Anonimo ha detto...

Poesia veramente molto intensa, Nim! Non avevo dubbi che mi avresti stupito! (: Grazie per aver raccolto il guanto di sida! (;