27 marzo 2014

Reading Divergent

Un paio di settimane fa ho deciso di fondare un club del libro. La decisione era nell'aria da anni, ormai. Per il momento si tratta ancora di un esperiemento, consistente in un gruppo segreto su Facebook e dove gli unici membri siamo io e la mia amica Faith.

La scorsa settimana, dopo i miei (vani) tentativi di trovare un epub decente de La Fiera delle Vanità, lettura proposta da Faith, ho suggerito Divergent. Ne avevo sentito parlare, avevo intravisto la possibilità di averlo in ebook e pdf, quindi mi pareva una buona idea per sperimentare l'esperienza di lettura condivisa.

39 capitoli, piuttosto brevi. Ho calcolato un mese di lettura, 10 capitoli a settimana con relativa discussione impostata al martedì sera. Bene.
Nemmeno passa un giorno e già stravolgiamo le regole, rendendoci conto che la lettura non si può arrestare ai primi dieci capitoli e che BISOGNA finirlo.

Si tratta del primo romanzo di una trilogia distopica, genere reso famoso negli ultimi anni dalla saga degli Hunger Games. Non volevo ricadere nelle avventure di una giovane eroina rompiscatole dai mille patemi, circondata da pericoli e morte. Non è il mio genere preferito, soprattutto se narrato in prima persona da una teenager. A differenza di Katniss, però, Beatrice "Tris" non si fa odiare. Almeno, non subito (mentre scrivo sono a metà lettura di Insurgent, il secondo volume, e vorrei schiaffeggiarla a sangue).

In una società suddivisa in fazioni, dove conta la tua propensione piuttosto che le tue reali capacità, la protagonista arriva da una famiglia dove l'umiltà e l'altruismo regnano sovrani per tutti i suoi sedici anni. Ma Beatrice è stanca della fazione degli Abneganti. Ammira i suoi compagni di scuola, gli Intrepidi, scavezzacollo e pieni di percings e tatuaggi. Li vede come la libertà, la fuga da un'esistenza che le va stretta. E, quando arriva il giorno più importante della sua vita, scopre di essere diversa. Scopre di essere una Divergente, ovvero di avere propensione per tre fazioni diverse. Essere Divergente non è bene. Essere Divergente vuol dire morire.

L'autrice, Veronica Roth, è una classe 1988. E si vede.
La lettura procede fluida e piacevole, ma ci si rende conto in fretta che i capitoli passano veloci come il treno che attraversa i territori delle fazioni. Corre tutto troppo in fretta e le descrizioni trascurano molti particolari che, secondo me, avrebbero reso più chiara e interessante la lettura.
Non ho capito in quale anno del futuro ci troviamo, in quale continente. Non riesco ad immaginarmi i luoghi e l'aspetto delle persone. Le scene di lotta o intimità tra i personaggi sono poco chiare, e più volte ho dovuto rileggere per capirle (senza riuscirci).
Diciamo che la signorina Roth ha bisogno di migliorare sotto questo aspetto.

L'autrice però non si fa problemi a far fare una brutta fine ai suoi personaggi, quindi non bisogna affezionarsi troppo a nessuno. In un certo senso è un fattore positivo, rende bene l'idea di un mondo crudele e senza senso. Solo non ci si aspetta tanta crudeltà gratuita da un libro per teenager.

La protagonista è Beatrice "Tris", ma ci si affeziona (e innamora) senza problemi del protagonista maschile. Il suo soprannome è Quattro, come le paure che nasconde nella sua anima. Non è bello ma piace. L'autrice è stata brava nel renderlo interessante grazie agli accenni al suo sguardo penetrante, il modo di toccare Tris, il fisico da paura coperto di tatuaggi... insomma, dopo le prime pagine si tifa affinchè la protagonista prenda coraggio e si metta insieme a Quattro.

A differenza di Katniss, Tris si comporta come una qualsiasi ragazza di sedici anni alle prese con la vita e l'amore. Per questo non la si odia ma si capisce cosa sta affrontando, si tifa per lei. Tranne quando diventa testarda e non capisce che certe decisioni non portano a nulla di buono. In quel momento ci si mette la mano sugli occhi, scuotendo la testa per tanta stupidità.

In fin dei conti si tratta di un buon libro. Si fa leggere con facilità, appassiona e mette voglia di saperne di più. L'unica pecca da parte dell'autrice è la fretta di arrivare alla fine, correndo e tralasciando cose importanti, costringendo gli eventi a tempi troppo stretti per essere credibili a tutti gli effetti.



PS.
Manco farlo apposta, e giuro che non lo sapevo, la prossima settimana il film esce al cinema.
Da quel poco che ho visto dai trailers mi sembra fatto molto bene. Spero non sia una delusione come è stato Hunger Games (una noia infinita...).






2 commenti:

Anonimo ha detto...

Oh, Nim, ti devo dire che per una volta non sono d'accordo con te!
Ho letto sia Hunger Games che Divergent, ma ho preferito il primo mille volte!
Primo perchè Tris mi sta profondissimamente antipatica. Soprattutto quando si vede che è intimamente "cattiva"... o che se non lo è si è lasciata completamente conquistare dagli Intrepidi. Ricordo un punto in cui qualcuno le parla alle spalle e lei dice che vorrebbe picchiarlo a sangue. L'ho trovato atroce!!!
E poi non mi è piaciuto per niente Quattro... troppo, veramente troppo perfetto. Anche 'sta storia dell'avere poche paure... boh, proprio non mi è piaciuto. L'unico motivo per cui mi sta venendo una mezza voglia di leggere il secondo è che adesso (dopo aver visto i cartelloni pubblicitari del film) Tobias me lo immagino col faccino di Theo James ed è tutto dire... ma non credo che leggerò gli altri, proprio non mi è piaciuto e non mi ha tenuto col fiato sospeso come Hunger Games.
Un po' è sinceramente per lo stile un tantino affrettato della narrazione, che non mi ha dato il tempo di calarmi davvero nella storia.


A parte questo luuuungo sproloquio (dovremmo parlare più spesso di libri, io e te. Per caso usi Skype?), sono passata a dirti che ti avevo taggato in un post.
So che non uso il blog per queste cose, ma ero curiosa di leggere cosa avresti proposto! (:

Per qualunque cosa, sai dove trovarmi!


http://flowerstardust.blogspot.it/2014/04/sfida-colpi-di-poesia.html

Unknown ha detto...

Beh dai, doveva capitare che su qualcosa non fossimo d'accordo hahahahahaha :D
Come dissi tempo fa, Katniss non l'ho mai potuta sopportare. Pure Tris, alla fine della trilogia, mi sta sulle scatole. Credo sia tutto dovuto al fatto che le eroine delle due saghe sono ancora 'acerbe' e stanno affrontando quel percorso difficile che è l'adolescenza.
Quattro invece mi sta simpatico, proprio come Peeta. Non è poi così perfetto come appare, ma non aggiungo altro in caso volessi proseguire la lettura :)

Uso skype, ma sono una pessima persona in fatto di chiacchiere al cellulare/pc hahahahaha! Son la pigrizia fatta persona xD
Dovresti trovarmi come Nimlilly da Padova, se non erro ^^

Vista la sfida di poesia, ora rispondooo :D